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Il 9 maggio del 1950 a Parigi cominciava, con la dichiarazione di Schuman, il percorso verso l’integrazione degli stati europei. Con questo atto si ponevano le basi dell’attuale Unione Europea, ed è per questo che dal 1985 “la festa dell'Europa (9 maggio) celebra la pace e l'unità in Europa”, come indica il sito della UE.

Il giorno dell’Europa è già festivo per coloro che lavorano e formano parte delle istituzioni europee, ma non lo è per il resto dei cittadini europei, coloro i quali rendono possibile l’esistenza stessa dell’Unione Europea, perché ne sono parte, partecipano al proceso decisionale, attraverso la scelta dei suoi parlamentari, e successivamente ne subiscono le dirette conseguenze. Per questo, il 9 maggio dovrebbe essere una giornata per tutti gli europei, che non supponga un divario tra le istituzioni e i cittadini, ma che serva da celebrazione congiunta della nostra Unione, facendo sì che in ogni paese membro migliaia di persone possano commemorare questa giornata, la loro storia -che è la nostra- e celebrare la fortuna di essere e di sentirsi europeo.

Consapevoli che ogni stato membro è competente in materia del calendario lavorativo, chiediamo ai parlamenti nazionali ed al Consiglio Europeo, composto dai capi di Stato e di governo di ogni stato della UE, di promuovere l’inclusione del 9 maggio come giorno festivo. Sappiamo che è un obiettivo ambizioso però possibile, e per questo crediamo necessaria un'azione collettiva in cui partecipino le istituzioni europee, i partiti politici, i gruppi social e la società civile, per esplorare insieme la maniera più efficace di trasformarlo in realtà.

La celebrazione del 70º anniversario della dichiarazione Schuman nel 2020 ci incoraggia a promuovere la necessità di questa festività. Perché? Semplice: per fare di questa giornata una festa per tutti i cittadini europei, un appuntamento per far conoscere da vicino l’Unione Europea, il nostro passato in comune. Facciamo sì che il giorno dell’Europa si diffonda in ogni angolo del continente con i suoi progetti di futuro, e che il sentimento europeista sia motivo di orgoglio, che ogni cittadino desideri issare la bandiera europea come simbolo di unione e progresso per costruire un futuro comune.

Un inno, una bandiera, una celebrazione. I simboli uniscono, il silenzio divide.


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